Si avvicina la V Giornata Nazionale sull’Economia del Mare che sarà celebrata a Formia e Gaeta dal 24 al 26 ottobre.
Un appuntamento per ribadire l’importanza della risorsa mare per il nostro Paese, sia dal punto di vista ambientale che da quello economico, oggi quanto mai sempre più strettamente legati tra loro.
La blue economy costituisce il 3,3% del PIL italiano e ha un fattore moltiplicativo del 1,9% che porta i 47 miliardi del giro d’affari diretto a quasi 100 miliardi considerando l’impatto su altri settori e mercati, come quello della produzione ittica, turistico, alberghiero, commerciale.
Le imprese che ci operano a livello nazionale sono quasi 200mila dai dati delle Camere di commercio italiane, alla data del 31 dicembre 2018, e rappresentano il 9,5% del sistema imprenditoriale nazionale.
Andando nel dettaglio delle attività il 44,5% si occupa di servizi di alloggio e ristorazione, strettamente legato al turismo; il 16,8% di filiera ittica, che va dalla pesca alla vendita al consumatore; il 15,2% di attività sportive e ricreative e il 13,6% di cantieristica navale. Seguono a distanza, la movimentazione marittima di merci e persone, definito anche come “trasporti marittimi” (5,7%), le attività di ricerca, regolamentazione e tutela ambientale (3,8%) e l’industria delle estrazioni marine, con meno di 500 aziende.
Da sottolineare che questa crescita del settore sta producendo valore per l’Italia anche con ricadute occupazionali significative grazie al rilancio del turismo di costa.