Mare da proteggere e da difendere.
I ricercatori dell’Ispra, il centro studi del Ministero dell’Ambiente, hanno studiato e approfondito il problema dei rifiuti marini, emerso soprattutto nell’ultimo decennio e ormai generalmente noto all’opinione pubblica.
In sei anni, nel Mar Adriatico sono state raccolte 194 tonnellate di rifiuti: questo dato dà la misura di quanto sia urgente intervenire per salvaguardare la salute del mare e, quindi, di noi tutti. Dalla ricerca, realizzata grazie alla collaborazione dei pescatori, risulta che più del 70% dei rifiuti marini è depositato nei fondali italiani e che il 75% di questi rifiuti è costituito da plastica.
Complessivamente, ogni anno circa 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono in mare, di cui il 7% nelle acque del Mediterraneo.
Preoccupante è la situazione dei fondali italiani: nella regione Adriatico ‐ Ionica la media degli scarti rinvenuti supera i 300 rifiuti ogni km², dei quali l’86% è plastica, in particolare usa e getta (il 77%). Imballaggi industriali e alimentari, borse/shopper e bottiglie di plastica, retine per la mitilicoltura, sono i rifiuti più comuni.
L’area costiera a sud del delta del Po (983 rifiuti al km²), quella settentrionale (910 rifiuti al km²) e meridionale (829 rifiuti al km²) di Corfù e le acque di fronte a Dubrovnik (559 rifiuti al km²) sono le località adriatico – ioniche con la maggiore densità di rifiuti in fondo al mare. Salendo in superficie, purtroppo, la situazione non migliora, comprese le spiagge. Sui litorali nazionali, infatti, si rinvengono dai 500 ai 1000 rifiuti ogni 100 metri.